Mercoledì, 30 Luglio 2014 00:00

Trekking Dolomiti

Dolomiti 2014 – Tour Cime di Lavaredo

Report di un trekking di cinque giorni sulle Alpi. Uno splendido itinerario ad anello nel cuore delle Dolomiti di Sesto. Un percorso con panorami straordinari su alcune delle montagne più celebri delle Alpi, un escursione ad alta valenza naturalistica e paesaggistica, ma anche interessante e suggestiva dal punto di vista storico, per i percorsi e i siti utilizzati durante la grande guerra.

12 Luglio ore 20:00 il Rifugio Tre Scarperi ci appare poco oltre una radura erbosa, a ridosso del ripido versante est della Val di Dentro, si affaccia su un ampio prato verde coronato da un fitto bosco ed alte pareti rocciose, il paesaggio è magnifico, bucolico come nel mio immaginario di valli d’alta quota.

E’ quasi l’ora di cena, abbiamo camminato poco oggi, ma sentiamo le gambe pesanti e lo zaino ingombrante. Stamattina siamo partiti da molto lontano, abbiamo lasciato Siracusa già soffocata dall’afa estiva, e adesso dopo tante ore di viaggio, siamo qui a quasi duemila chilometri da casa e con molti gradi in meno. Il rifugio è accogliente e la cena ottima, si va a letto presto e il pensiero vola lontano a Sara ed Antonio, ma anche alla lunga salita che ci aspetta domani.

Colazione ricca ed abbondante, oggi avremo bisogno di molte energie. Le previsioni meteo in questi giorni non promettono niente di buono, e noi sotto un cielo coperto ma con grande entusiasmo ci avviamo lungo il fondo della valle in direzione sud. Presto inizia una lunga e ripida salita che mette già a dura prova la nostra resistenza, ma con calma e trovando il nostro ritmo ideale superiamo i quasi mille metri di dislivello che ci conducono in cima alla grande conca delle Tre Cime. Camminiamo l’ultima ora sotto una pioggia leggera ma costante, che rende a tratti il terreno scivoloso, ma il paesaggio attorno a noi è magnifico, e la vista superba ci distrae dalla fatica. Il bosco e la vegetazione hanno ceduto il passo al mondo  minerale delle rocce, attorno a noi solo bastionate, torri e roccaforti, siamo nel cuore delle Dolomiti. Arriviamo al Rifugio Locatelli, bagnati ed infreddoliti, ma anche stanchi ed affamati. La ricca e fin troppo speziata cucina montana ci dà calore, rifocillati e al riparo dalle intemperie ben presto sprofondiamo nelle nostre cuccette.

Il terzo giorno ci svegliamo sotto un cielo grigio e pesante, minaccia di piovere da un momento all’altro. Ci sono poco meno di dieci gradi, ci vestiamo con tutto quello che abbiamo nello zaino e ci dirigiamo verso le grandi e famose pareti nord di Lavaredo. Visto il tempo oggi nessuno è in parete, ma preferiamo ugualmente attraversare i ghiaioni che portano all’attacco delle vie. E’ insolito ma anche  piacevole trovarsi da soli in questa traversata. Osserviamo le linee delle vie che hanno fatto la storia dell’alpinismo, e per un attimo provo ad immaginarmi appeso su queste grandi pareti. Nebbia e pioggerellina accompagnano la camminata di oggi tra queste cime, suggestive anche in questa veste autunnale. Arriviamo al rifugio Auronzo abbastanza presto, ma le condizioni meteo ci consigliano di non andare oltre per oggi.

La mattina del quarto giorno risplende di una luce brillante, dalla finestra della nostra camera ammiriamo le alte pareti di dolomia che si colorano di giallo e contrastano con il blu elettrico del cielo.

Stamattina siamo gasati, il bel tempo ci ha ridato un energia nuova. Finalmente vediamo le montagne così come le abbiamo immaginate. I prati verdi sono punteggiati da una miriade di fiori colorati, e numerosi insetti, api e farfalle volano tra le corolle.

Poco prima del Rifugio Lavaredo intravediamo “Lo Spigolo Giallo”, che svetta affilato e superbo, un  paio di cordate sono già alte su tiri verticali, e adesso non nascondo la voglia di arrampicare. Superato il rifugio il percorso segue in una valle isolata e suggestiva, con uno splendido laghetto che riflette il blu del cielo. Giungiamo al “Pian di Cengia”, suggestivo luogo di rocce tra gallerie e trincee di guerra, esploriamo un tunnel scavato nella roccia e risaliamo un primo tratto di una ferrata che corre su una cresta a lama di coltello. Da una finestra scavata nella roccia la vista abbraccia la valle sottostante, e per un attimo abbiamo immaginato, come esattamente un secolo fa i giovani soldati vivano esperienze del tutto diverse su queste stesse montagne. Il percorso prende a scendere verso il rifugio Comici, mitico nel nome e nella posizione. Imponenti e maestose le cime della Croda dei Toni si ergono difronte al rifugio, la vista dal suo terrazzo non ha pari. Estasiati ci distendiamo sulle panche e affrancati dalla lunga camminata ci gustiamo un ottima weiss. Rinfrancato dalla stanchezza e libero dal peso dello zaino, sono attratto dalla lunga traccia trasversale che taglia il pendio innevato sotto la croda, posta di fronte a noi. Mi concedo una corsetta su per il pendio fino ad un lago ghiacciato, mi giro e vedo in lontananza il rifugio. Il sole sta per calare, a quest’ora tutti sono oramai al caldo dei rifugi. Lunghi pendii nevosi si stendono sotto a miei piedi, ed un immensa cortina di rocce abbraccia il mio sguardo in tutte le direzioni. E’ forte la sensazione di trovarsi per un attimo da solo in un luogo di così struggente bellezza, chiudo gli occhi e respiro lentamente, un ultimo sguardo lontano verso l’orizzonte e via giù sul pendio, di corsa fino al rifugio.

Il quinto ed ultimo giorno, ci avviamo in discesa verso la Val Fiscalina, il tempo è bellissimo ed il sole inonda con i suoi raggi le montagne attorno, siamo un po’ tristi perché stiamo per lasciare questo mondo incantato. La discesa è lunga e sembra non finire, si attraversano ancora dei piccoli nevai ed in fondo si entra nel bosco, fin quando la ripida discesa lascia il posto al fondo valle. In breve, tra un insolita folla di gitanti giungiamo al Rifugio di fondo valle, dove finisce questo meraviglioso trekking.

Un occasione speciale per vivere al ritmo lento del camminare l’ambiente unico delle Dolomiti. 

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