Giovedì, 19 Giugno 2014 00:00

Etna in eruzione

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L’Etna continua a dare spettacolo.

Dopo le tante eruzioni lampo degli ultimi anni, in questi giorni il vulcano si è risvegliato dando vita ad una spettacolare eruzione con alte fontane di lava e copiose colate che si sono riversate nella desolata valle del Bove. Quattro giorni di eruzione, uno spettacolo unico ed affascinante che attrae numerosi escursionisti ed appassionati del grande vulcano.

Lo spettacolo va in onda ogni sera al calare della luce, il bagliore della lava incandescente prende forma in un gioco di luci giallo e arancio che contrastano con il blu notte del cielo. La luna e le prime stelle punteggiano il cielo di tenue luce bianca, ed in lontananza si accendono le luci della città che si stagliano contro l’orizzonte nero. Il paesaggio etneo si veste del suo abito notturno, e lo sfavillio dell’eruzione suona come in una piazza in festa.

La Schiena d’asino rappresenta un punto d’osservazione privilegiato, ad occidente le bocche di fuoco, ad oriente le luci disegnano la lunga linea di costa che si estende a nord fino allo stretto di Messina.

La salita a Monte Zoccolaro è una delle possibili soluzioni per raggiugere la lunga cresta che delimita a sud la Valle del Bove. La salita inizia dal piccolo parcheggio posto in cima alla strada che si dirama dalla provinciale etnea.

A poche centinaia di metri dal parcheggio, parte il sentiero natura, costeggia dapprima un frutteto per poi inoltrarsi in un magnifico bosco di pioppi e castagni. Il sentiero a tratti ripido e tortuoso, è sempre molto evidente, ben solcato tra la vegetazione grazie al dilavamento delle piogge. Alcuni faggi monumentali creano un fortunato punto di ristoro, le larghe fronda come un abbraccio materno accolgono l’escursionista e ammaliano per la maestosità dei rami e per la policromia delle foglie. Durante il percorso piccole piazzole poste a ridosso del filo di cresta anticipano lo spettacolo pirotecnico, ma si deve faticare ancora un po’ per raggiungere la cima di Monte Zoccolaro, infatti dopo aver attraversato un ultimo boschetto di ginestre, improvvisamente appare la croce montata su un altare di rocce basaltiche, meta della nostra escursione.

L’aria fredda notturna e il profondo silenzio delle terre alte acuiscono i sensi, le orecchie sono tese a captare ogni borbottio, ma si impara presto a percepire i boati con lo stomaco… Poi con gli occhi si gode il gioco dei fuochi, alte fontane accese di rocce incandescenti, una visione seducente ed ipnotica. Caldi fiotti di lava vengono proiettati in alto nel cielo notturno, gli alti zampilli si susseguono al ritmo incalzante dei boati. Sui fianchi scuri del vulcano prendono a scorrere lingue infuocate, come un animale ferito il vulcano lascia scorrere il sangue in superfice. Lente scorrono giù le colate, disegnando sinuose linee rosse su una tela nero pece.

Si scatta qualche foto e si scambia sottovoce un commento sulla spettacolarità dell’evento, è straordinario come la Natura riesca ad emozionare, ci si sente come in un luogo sacro che esige silenzio e rispetto.. e forse questo è il più grande insegnamento che la Natura ci può fare.

Si ammira lo spettacolo fino a notte tarda, più che si può, si cerca di registrare ogni attimo colto dagli occhi e dalle nostre emozioni, ma è ora di tornare, e si ridiscende sui nostri passi.

I boati risuonano ancora in lontananza, ma l’attenzione va prestata ai tratti più ripidi del sentiero, che molto più velocemente dell’andata ci riporta al punto di partenza.

Ammirare un eruzione è un esperienza alla quale difficilmente ci si può sottrare, e per questo continuiamo a ritornare.

Ultima modifica il Mercoledì, 20 Agosto 2014 13:51

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